Camera dei Deputati, 14/4/2011 - GIORGIO LA MALFA. Chiedo di parlare. PRESIDENTE. Ne ha facoltà. GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, intervengo in relazione all'intervento di un deputato, dovrei dire di una deputata, della maggioranza che al termine del dibattito di ieri si è rivolta a me con estrema violenza verbale, che richiede qualche precisazione. Non farei tale precisazione alla persona in quanto tale, il cui cognome non desidero pronunziare perché legato ad una fase vergognosa della storia del nostro Paese che vorrei dimenticare (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia dei Valori e Misto-Alleanza per l'Italia) né alla persona, che non merita tale considerazione, ma rispondo agli addebiti che ella mi muove e probabilmente a chi le ha suggerito di fare questo intervento. Ricordo che nel 2006 si formò una coalizione di partiti composta dal Partito dell'onorevole Berlusconi, da quello dell'onorevole Fini, dal Partito Repubblicano e altre forze politiche che confluì in una lista. Io quindi non ho mai fatto parte del Partito dell'onorevole Berlusconi, pur avendo rapporti di rispetto reciproco, penso, ma in quanto esponente di uno dei partiti alleati fui candidato nelle Marche e fui il capolista. La prova ne è che il numero 1 della lista era l'onorevole Berlusconi, il numero 2 l'onorevole Fini e il numero 3 io stesso. Si trattava di un'alleanza tra partiti, basata su un programma. Il 4 settembre 2009 inviai una lunga lettera all'onorevole Berlusconi nella quale spiegai che i programmi, le linee programmatiche che avevano giustificato quell'alleanza non erano state in alcun modo realizzate. La lettera, quindi, contestava, senza alcuna ostilità preconcetta ma con un'analisi politica, che non era stato fatto nulla sull'economia, sulla giustizia e via dicendo. Del resto ieri, al termine della vicenda del processo breve, si è sentito dire che comincerà una grande fase riformatrice per il Paese: si avvierà la riforma del fisco, la riforma della giustizia, mentre nulla è stato fatto fino a quel momento e fino ad oggi. In base a quelle considerazioni politiche ho preso le distanze, nella libertà assoluta che un uomo politico, esponente di un partito con una tradizione come quella del Partito Repubblicano, ha di guardare ai problemi del Paese. Ciò che è successo, signor Presidente, onorevoli colleghi, dal 2009 ad oggi giustifica non solo sul piano programmatico, ma vorrei dire sul piatto etico la scelta di passare all'opposizione, etico perché quando una maggioranza arriva al punto di approvare delle leggi che, per bocca stessa del Ministro della giustizia, servono a risolvere un problema giudiziario del Presidente del Consiglio mi domando come possa non esserci un senso di vergogna di coloro i quali votano questa legislazione. Ieri ho detto «occhi bassi», ma è chiaro che sono occhi bassi perché non si tratta degli interessi del Paese. Noi possiamo discutere su come si affrontano i problemi dell'economia, della politica estera, dell'immigrazione, ma non possiamo pensare che il compito del Parlamento italiano sia di evitare processi per questo o quello dei suoi membri, perché questo non è un errore politico, questa è una vergogna etica. Quindi, alla mia onorevole collega, di cui non pronuncio il cognome, rispondo che ho fatto, credo, il mio dovere politico, ed oggi anche morale, nel fare quello che ho fatto (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Unione di Centro). Questo discorso (delle ore 10.12) si può seguire on line al seguente indirizzo: http://webtv.camera.it/portal/portal/default/Assemblea
Camera dei Deputati, 13/4/2011 - PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole La Malfa. Ne ha facoltà, per due minuti. GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, per rispondere all'accusa che questa legge farà cadere migliaia di processi, per cercare di parare l'ira dei terremotati dell'Abruzzo o quella dei risparmiatori truffati o le parole di un severo magistrato, come il procuratore antimafia Pietro Grasso, ieri il Ministro della giustizia ha detto che, invece, cadranno pochi, pochissimi processi, e solo in primo grado, per colpa o per effetto di questa legge. Così il Ministro e il Governo hanno svelato definitivamente che vi è un unico destinatario di questa norma, un unico beneficiario, un unico scopo, che è un processo che si svolge a Milano a carico del Presidente del Consiglio. Ne volete la prova, onorevoli colleghi? Il Presidente del Consiglio non si è mai presentato in Aula e non viene in Aula nemmeno questa sera; segno, questo, che egli sa del suo personale conflitto di interessi. Non ho mai visto, in tanti anni, signor Presidente, mai, un comportamento così spregiudicato, così aperto, così sfacciato, un uso da parte della maggioranza nelle Camere, delle sue prerogative e dei suoi poteri non per servire il Paese, ma per servire uno dei suoi membri. Signori della maggioranza, signori del Governo, tornerete a casa questa sera con la testa china (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà), non dopo giorni di impegno speso al servizio del Paese, ma come uomini e donne che hanno ceduto e sacrificato un pezzo della loro coscienza, delle loro idee e degli interessi dei loro elettori. Voi lo sapete bene, signori della maggioranza! È per questo che né Berlusconi né la Lega chiedono più le elezioni anticipate, perché voi sapete che il Paese ormai vi ha condannato sul piano morale, prima ancora che sul piano politico. Ecco la ragione per la quale noi, come Repubblicani, vogliamo le elezioni, perché vogliamo che l'Italia possa imboccare, finalmente, una strada nuova e più fiduciosa nel futuro (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro, Italia dei Valori e Misto-Alleanza per l'Italia - Congratulazioni).
Camera dei Deputati, 13/4/2011 - PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole La Malfa. Ne ha facoltà. GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, non sono d'accordo con l'onorevole Franceschini e con l'onorevole Della Vedova. Affondino nella loro vergogna! Non votino questo emendamento, così tutta l'Italia sa cosa di schifoso viene praticato dal Parlamento italiano (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)! (in allegato per gli interessati gli interventi di Franceschini e Della Vedova)
Camera dei Deputati, 13/4/2011 - GIORGIO LA MALFA. Chiedo di parlare. PRESIDENTE. Ne ha facoltà. GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, non entro nella questione che lei adesso ha affrontato, relativa ai tempi e così via. Mi riferisco invece agli sviluppi del dibattito seguiti ieri alle precisazioni date dal Ministro Alfano, il quale, rispondendo ad una richiesta di molti giorni da parte dell'Aula, ha voluto dare dei numeri sugli effetti di questa legislazione. Egli ha detto - i colleghi lo possono trovare a pagina 52 del nostro resoconto stenografico - che l'effetto sui processi di questa normativa sulla prescrizione sarà irrisorio. Ha spiegato con molti dettagli che possono essere ricostruiti che sostanzialmente questa normativa avrà effetto prescrittivo su pochissimi processi. Onorevoli colleghi, egli ha quindi detto sostanzialmente, apertis verbis, che il processo Mills sarà oggetto di questo provvedimento. In tal modo egli ha rivelato una circostanza gravissima e cioè che la Camera dei deputati è attualmente impegnata ad attuare un provvedimento che di fatto costituisce una ostruzione al corso della giustizia ordinaria. Preso atto del danno che si avrà, ossia che di fronte all'urgenza dei problemi del Paese le istituzioni siano chiamate a ostruire il corso della giustizia ordinaria, sono qui a chiedere che con un voto la Camera sposti questo provvedimento ad altra seduta e passi a considerare le altre materie all'ordine del giorno. PRESIDENTE. Onorevole La Malfa, se ho ben capito lei chiede l'inversione dell'ordine dei lavori. GIORGIO LA MALFA. Sì, signor Presidente.