Camera dei Deputati, 6/4/2011 - PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole La Malfa. Ne ha facoltà. GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, penso che durante questo nostro dibattito a un certo punto non potrà non prendere la parola il Ministro della giustizia, non solo perché, evidentemente, siamo di fronte ad una materia che è di sua competenza e che egli segue con attenzione, come testimonia la sua presenza fin da questa mattina al nostro dibattito, ma perché il Ministro della giustizia ha presentato davanti al Parlamento e al Paese, nelle televisioni, poche settimane fa, un ampio provvedimento di riforma costituzionale della giustizia. Lo ha accompagnato - lo abbiamo sentito tutti, onorevoli colleghi di maggioranza e di opposizione - con una dichiarazione con la quale giurò sul suo ruolo di uomo politico che esso non sarebbe stato accompagnato da un provvedimento o da provvedimenti intuitu personae. Ha chiesto un dialogo, e il cosiddetto terzo polo ha preso una posizione favorevole al confronto perché egli ha detto «questa è la nostra riforma della giustizia». Allora, onorevole Angelino Alfano, o lei ci spiega che il provvedimento in esame si inserisce nell'ambito della sua riforma della giustizia, è coerente con quell'impostazione, ne fa parte e non lo aveva detto quando lo ha presentato, oppure lei, di fatto, col suo silenzio, ammette di non avere conosciuto l'intenzione di un'altra parte della maggioranza che, mentre lei preparava un dialogo ampio sui temi della giustizia, alle sue spalle, signor Ministro, costruiva un'ipotesi che è la contraddizione delle alte ambizioni che lei ha espresso (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)! I casi sono due, o lei è stato reticente nei confronti del Parlamento e del Paese o è stata la sua maggioranza ad essere reticente nei suoi confronti! Lei non potrà evitare di parlare perché se lei non parlerà di questi fatti davanti al Parlamento non avrà la credibilità per essere Ministro della giustizia di questo nostro Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Liberal Democratici-MAIE, Partito Democratico e Italia dei Valori)!
Camera dei Deputati, 5/4/2011 - PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole La Malfa. Ne ha facoltà. GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, gli italiani debbono sapere di che cosa si tratta oggi. In primo luogo, debbono apprezzare il fatto che il Presidente della Camera, superando alcune polemiche ingiuste e calunniose, ha dato prova di assoluta terzietà rispetto ai lavori dell'Assemblea. Ciò speriamo che chiuda una questione politica odiosa, aperta da vociferazioni intollerabili provenienti da quella parte dell'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia). Ma è bene, inoltre, che gli italiani sappiano di che cosa si tratta nel merito: il Governo e la sua maggioranza chiedono alla Camera di decidere che la magistratura milanese ha torto nel voler processare il Presidente del Consiglio per un reato di concussione privata perché - udite - egli ne avrebbe compiuto uno più grave, ossia quello di concussione nell'esercizio delle sue funzioni. Perché la maggioranza fa questo? Non per un sentimento di giustizia, ma per poter poi, non solo aprire quel conflitto, di cui ha detto con chiarezza il mio collega Brugger, ma tornare alla Camera e negare alla magistratura di poter esaminare questi comportamenti. Che spettacolo, cittadini italiani! Che spettacolo, onorevoli colleghi della maggioranza tutti schierati! Non è di Libia che noi discutiamo, né di immigrati clandestini, né di solidarietà europea nei confronti dell'Italia, né tanto meno di disoccupazione dei giovani, onorevoli colleghi! Noi discutiamo dei casi giudiziari del Presidente del Consiglio e questa è una vergogna, che pesa sul Parlamento e sulla maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)! Come repubblicano, non ho mai visto in tutto il dopoguerra una classe dirigente che ha usato il Parlamento per difendersi davanti alla magistratura. Questa è la ragione per la quale noi ci opponiamo con tanta forza (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro, Italia dei Valori e Misto-Alleanza per l'Italia)!
Camera dei Deputati, 5/4/2011 - GIORGIO LA MALFA. Chiedo di parlare. PRESIDENTE. Ne ha facoltà. GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, vorrei intervenire sullo stesso tema sollevato dall'onorevole Maran, ma in forma lievemente diversa. Le motivazioni per le quali il Ministro dell'interno non è presente mi pare che siano ben note: in questo momento dovrebbe essere a Tunisi per continuare, per quanto si capisce, la difficile missione in quel Paese per affrontare il problema dell'immigrazione. Ma questo mi porta a chiedere al Presidente della Camera di voler sollecitare il Governo a fissare per oggi stesso, al ritorno del Ministro Maroni o al più tardi per domani mattina, l'audizione o la comunicazione del Governo su questo tema. Proprio perché la Camera riconosce l'importanza di questo impegno che il Ministro dell'interno ha su un grande problema, secondo me è giusto chiedere - anche modificando l'ordine del giorno già fissato - che oggi pomeriggio il Ministro, appena sia rientrato, venga in Parlamento a riferire quello che egli ha potuto ottenere in questa missione. Quindi, la mia richiesta è, invece, che sia introdotta nella giornata di oggi l'audizione del Ministro dell'interno, al più presto possibile.
ANSA, 31/3/2011 - UOMINI COME PISANU, PERA E MARTINO NON DOVREBBERO TACERE (ANSA) - ROMA, 31 MAR - 'E' una situazione gravissima. Siamo alla crisi istituzionale'. Il deputato Repubblicano Giorgio La Malfa commenta cosi' quanto sta avvenendo nell'aula di Montecitorio e nel Paese sul fronte della giustizia e della politica estera. 'Ci vorrebbe un sussulto di dignita' istituzionale - prosegue - perche' uomini come Pera, Martino, Pisanu e Scajola non dovrebbero tacere di fronte a questa situazione'. 'Del resto - conclude - le conseguenze di cio' che sta accadendo le stiamo gia' pagando come dimostra il fatto che l'Italia sia ormai fuori da tutti i vertici internazionali'.