Camera dei Deputati, 10/10/2007
Camera dei Deputati, 2/10/2007
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato La Malfa. Ne ha facoltà. GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la sostanza del problema è che la magistratura chiede di poter utilizzare, nel procedimento a carico di non parlamentari, i contenuti di conversazioni intercettate in ognuna delle quali uno degli interlocutori è un parlamentare, senza che si delinei alcun profilo - almeno in questa fase dei procedimenti - circa eventuali responsabilità dei parlamentari stessi. La mia domanda rivolta ai colleghi che nutrono delle perplessità o che pongono temi così alti come il rapporto tra la politica e la magistratura è la seguente: con quale diritto o a quale titolo il Parlamento può negare al magistrato la possibilità di utilizzare, come prove in un procedimento verso terzi, materiali emersi in una conversazione che coinvolge dei parlamentari? Supponiamo che fosse quella l'unica prova possibile di un reato grave commesso da un terzo ed emerso in una conversazione con uno di noi: come potremmo noi dire al magistrato di far cadere le prove del coinvolgimento o della responsabilità di un terzo solo perché c'è una persona che appartiene al Parlamento che ha diritto ad essere tutelata, trascinando nella tutela anche chi non ha titolo? Credo, pertanto che la risposta a questo problema debba essere un «sì». Naturalmente, se la magistratura - come del resto dice, con una certa lealtà, e forse con una certa gravità di dichiarazioni, la dottoressa Forleo - riterrà profilarsi, nell'ambito di quelle conversazioni intercettate, anche una responsabilità di parlamentari, è chiaro che la materia tornerà al Parlamento, perché è chiaro che un giudizio che noi diamo oggi su un'autorizzazione a utilizzare le conversazioni intercettate non significa che la magistratura potrà rinviare a giudizio i parlamentari utilizzando le conversazioni dei parlamentari stessi in quanto tali. Valuteremo dunque la questione se si porrà. C'è ancora un altro problema, onorevoli deputati: non sono d'accordo - lo dico con rispetto dei colleghi che hanno un'opinione diversa e al di là del merito della questione - sulla scelta che la Giunta ha fatto sulla posizione dell'onorevole D'Alema. Non sono d'accordo sulla questione della Camera di appartenenza. Poiché, onorevoli colleghi, le prerogative di cui all'articolo 68 della Costituzione sono poste a tutela non dei parlamentari ma del Parlamento, ritengo che sia la Camera di appartenenza a dover decidere la sorte di uno dei suoi membri. Non è un privilegio, per così dire, che si accompagna all'elezione al Parlamento italiano o al Parlamento europeo. L'onorevole D'Alema ne ha il diritto e noi abbiamo il dovere di giudicare lo stesso onorevole D'Alema nella misura in cui egli è membro della nostra Camera. Questa è la difesa del Parlamento! Poi naturalmente decideremo, se verrà richiesta anche una successiva autorizzazione. Per questo motivo, mentre voteremo con due «sì» sulle altre due proposte della Giunta, voteremo «no» su quella di dichiarare incompetente il Parlamento per quanto riguarda il caso dell'onorevole D'Alema.
Camera dei Deputati, 24/9/2007
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato La Malfa. Ne ha facoltà. GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, il Ministro della difesa ha sottolineato, nel suo intervento, di avere egli stesso autorizzato, d'intesa con il Presidente del Consiglio, l'azione militare, nel tentativo di salvare gli uomini dei servizi italiani presi in ostaggio. Desidero esprimere l'apprezzamento per questa decisione coraggiosa e responsabile. Allora, onorevoli colleghi, l'uso della forza è possibile in questi casi! Non c'è solo il negoziato, la trattativa, il cedimento, il ritiro. È possibile anche che un Paese fronteggi questi problemi come devono essere fronteggiati. Nell'esprimere il sollievo per la soluzione di questa vicenda, ed anche la speranza della guarigione del nostro soldato, debbo immaginare, signor Ministro, il sollievo suo e del Presidente del Consiglio, perché, con questa rapida conclusione della vicenda, è stato risparmiato a lei, al Governo, alle Forze armate, all'Italia lo spettacolo che anche in quest'aula alcuni colleghi, che sfortunatamente fanno parte della maggioranza di Governo, non hanno mancato di dare con i loro discorsi, che - a mio avviso - sono del tutto irresponsabili e incompatibili con la partecipazione al Governo di un Paese occidentale.
Camera dei Deputati, 31/7/2007