Camera dei Deputati, 4/11/2006
Giorgio LA MALFA (Misto) svolge alcune riflessioni rilevando che la legge finanziaria costituisce un documento fondamentale che reca in sé l'essenza del rapporto fiduciario tra Governo e Parlamento ed ha quindi natura obbligatoria. Osserva che l'iter di esame del disegno di legge finanziaria per il 2007 ha invece assunto i connotati di una sorta di «lavoro in progressione» che, alla luce della presentazione di ben 175 emendamenti da parte del Governo su un totale di 217 articoli del provvedimento, ne ha comportato di fatto una completa riscrittura del testo. Tale circostanza è da considerare la prova di una crisi politica e non di una semplice contingenza, legata ad un ritardo nell'organizzazione dei tempi di lavoro. Appare, a suo avviso, evidente che il Governo Prodi non è in grado di rispettare i tempi stabiliti per la presentazione e la conclusione dell'esame della legge finanziaria e che i lavori della Commissione sono pertanto divenuti impossibili. Sottolinea che la sola presentazione, all'inizio della presente seduta, di 78 ulteriori proposte emendative del Governo costituisce l'ulteriore conferma di tale stato di cose. La necessità di rinviare l'esame di tali proposte presso l'Assemblea, assodata l'impossibilità di completare il lavoro di esame nel poco tempo rimasto, segnala che per il 2007 il disegno di legge finanziaria non è stato esaminato dalla V Commissione. Nella mancanza di una maggioranza parlamentare che sostenga il Governo, ritiene che il Ministro dell'economia e delle finanze dovrebbe al più presto venire in Parlamento a fornire adeguati chiarimenti. In conclusione, ritiene che la situazione sia ben più grave di quanto prospettato dal presidente e dal relatore. Giorgio LA MALFA (Misto), intervenendo per dichiarazione di voto, rileva che una simile conclusione dell'esame in Commissione rappresenta un vulnus per il diritto dell'opposizione di esaminare le modifiche che il Governo e la maggioranza intendono apportare al disegno di legge finanziaria. Ritiene che la grave responsabilità di questa situazione e della confusione con cui il Parlamento si trova ad esaminare la manovra ricada sulla maggioranza. Giudica pertanto che non sussistano le condizioni per partecipare alla votazione del mandato al relatore.
Camera dei Deputati, 3/11/2006
Giorgio LA MALFA (Misto) ricorda che il ministro dell'economia e delle finanze, illustrando in Parlamento il documento di programmazione economico-finanziaria, ebbe a dichiarare che la manovra finanziaria sarebbe stata costituita per metà da nuove entrate e per metà da riduzioni di spesa, con particolare riferimento ai quattro settori della previdenza, degli enti locali, della sanità e del pubblico impiego. Al riguardo, osserva come la materia previdenziale e sanitaria siano state invece accantonate, manchino misure significative in materia di enti locali e si prevedano significativi incrementi di spesa per il pubblico impiego. Su questo ultimo punto, ritiene molto grave che l'emendamento 58.44 del Governo introduca un meccanismo in base al quale, decorso inutilmente un dato termine, i contratti collettivi acquistino efficacia, a prescindere dall'esito della procedura di certificazione. Complessivamente, ritiene si possa affermare che, allo stato attuale, il disegno di legge finanziaria è costituito per l'80 per cento di nuove entrate e solo per il 20 per cento di riduzioni di spesa. Rileva inoltre come le proposte emendative presentate dai deputati della maggioranza superino per numero quelle dell'opposizione e come esse tendano a diminuire ulteriormente le riduzioni di spesa. In proposito, ricorda che la Commissione ha approvato emendamenti che rendono meno incisive alcune disposizioni del disegno di legge finanziaria volte a produrre economie di spesa per gli enti locali e come la maggioranza si accinga ad abrogare i limiti posti dal decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, all'espansione delle aziende municipalizzate. Conclude esprimendo preoccupazione per il rischio di un peggioramento dei saldi complessivi della manovra di bilancio, che aggraverebbe la situazione economica e finanziaria del Paese. Anche alla luce delle conseguenze che ne deriverebbero sul piano internazionale, invita il ministro ad alzare il tono della difesa della sua originaria impostazione di politica economica. Giorgio LA MALFA (Misto) ringrazia il presidente della Commissione per lo scrupolo con cui ha esaminato la delicata questione dell'ammissibilità dell'emendamento del Governo 58.44. Giorgio LA MALFA (Misto) fa presente come, alla luce delle dichiarazioni del sottosegretario Sartor, non sia affatto scontato che la tabella fornita dal Governo e riferita all'articolo 53, comma 1, costituisca una mera proposta o ipotesi di ripartizione dell'accantonamento. Ritiene, inoltre, che non sia chiaro neanche il meccanismo di funzionamento dei commi 2 e 3 dell'articolo 54. Evidenzia quindi come l'emendamento del Governo 53.9, pur avendo modificato le regole di esclusione, abbia tuttavia mantenuto invariato l'ammontare delle quote di accantonamento, sottolineando come ciò sia reso possibile da un artificio, ovvero dalla scelta, estremamente discutibile, di modificale le dotazioni del Ministero dell'economia e delle finanze e del Ministero per lo sviluppo economico. Chiede pertanto al Governo di fornire chiarimenti in merito alle questioni sollevate.
Camera dei Deputati, 2/11/2006
Giorgio LA MALFA (Misto) rileva che l'articolo 58 del disegno di legge finanziaria, al comma 1, reca una disposizione importante volta a contenere la spesa pubblica nel pubblico impiego, che rappresenta uno dei temi cruciali per il rilancio dell'economia come dichiarato dal Ministro dell'economia e delle finanze. Da una prima lettura dell'emendamento 58.44 del Governo, risulta che l'intento di contenimento sarebbe modificato in maniera consistente facendo, pertanto, desumere che il Ministro ha sostanzialmente ceduto rispetto alle posizioni precedentemente assunte. Non stupisce, pertanto, che la stampa internazionale stia esprimendo giudizi pesanti sulla credibilità del Ministro, accuse che il precedente Governo non aveva subito e che, unitamente al declassamento intervenuto da parte delle agenzie di rating, desta preoccupazione per la situazione economica del Paese. A suo avviso, infine, la portata dell'emendamento 58.44 del Governo rischia di indurre un giudizio fortemente penalizzante degli esperti del Fondo monetario internazionale, che sono attualmente in visita nel Paese. Giorgio LA MALFA (Misto), chiedendo al presidente di risparmiarsi accenni di ironia in ordine alla giovinezza dell'onorevole Ravetto, che non per questo corrisponde a inesperienza, ritiene - in ordine al giudizio di ammissibilità dell'emendamento all'articolo 58 presentato dal Governo - che occorrerà da parte del presidente non solo equanimità ma anche coraggio per dichiararlo inammissibile, considerato che esso appare privo di copertura finanziaria Giorgio LA MALFA (Misto) osserva che l'articolo 76 si inquadra nello spirito della manovra finanziaria volta a contenere la spesa pubblica. Modificare sostanzialmente tale disposizione si traduce in un segnale negativo nei confronti dei paesi esteri che guardano con preoccupazione alle inversioni di rotta rispetto a quanto precedentemente annunciato con riguardo alla volontà di risanamento economico del Paese. In conclusione, reputa errato che la maggioranza faccia un passo indietro sull'articolo 76 in quanto sarebbe preferibile che tale disposizione mantenesse il testo attuale. Dichiara, comunque, che non parteciperà alla votazione degli emendamenti riferiti all'articolo 76 anche perché intende verificare come alla fine si comporterà la maggioranza. Giorgio La MALFA (Misto) osserva come l'impianto del disegno di legge finanziaria predisposto dal Governo dovesse basarsi sul contenimento della spesa e sul prelievo fiscale: ora, per iniziativa della stessa maggioranza si stanno progressivamente riducendo i tagli della spesa per cui la manovra è sempre più sbilanciata dal lato delle entrate e si stanno alterando gli equilibri inizialmente indicati. Dichiara quindi di astenersi dal voto sugli emendamenti soppressivi dell'articolo 77, ritenendo che sia la stessa maggioranza che deve assumersi la responsabilità della riduzione dei tagli di spesa.
Camera dei Deputati, 31/10/2006
Giorgio LA MALFA (Misto) segnala che nella giornata di sabato scorso il Presidente del Consiglio ha affermato che l'obiettivo del Governo è quello di garantire una crescita economica pari al 3 per cento nell'anno 2007. Preannuncia quindi che, quando sarà presente il rappresentante del Governo, chiederà chiarimenti al riguardo. Ritiene infatti che, se confermata, tale affermazione dovrebbe essere considerata assai positiva, in quanto denoterebbe un significativo cambiamento nell'impostazione di politica economica del Governo, destinato a ripercuotersi sui documenti di bilancio e sui relativi saldi. Giorgio LA MALFA (Misto), come preannunciato prima della sospensione della seduta, pone una questione preliminare al Governo sulla base delle recenti dichiarazioni del Presidente del Consiglio relativamente alla possibilità di conseguire nel 2007 l'obiettivo di portare la crescita dell'economia al 3 per cento. Nel dichiararsi assolutamente d'accordo con una simile indicazione che a suo avviso rappresenterebbe una svolta nell'ambito della politica economica sin qui seguita dall'esecutivo, ritiene indispensabile che al riguardo il Governo chiarisca se si tratta di una precisa linea strategica ovvero di un mero auspicio politico. Rilevando come il documento di programmazione economica e finanziaria si limiti a prevedere una crescita dell'1,3 per cento nel 2007, chiede altresì al Governo quali modifiche intenda apportare ai documenti di bilancio alla luce del nuovo obiettivo proclamato dal Presidente del Consiglio affinché all'opinione pubblica non siano presentati orientamenti difformi circa la manovra finanziaria.