camera dei Deputati, 21/1/2010
Comunicazioni del Ministro della giustizia sull'amministrazione della giustizia, ai sensi dell'articolo 86 del regio decreto 30 gennaio 1941, n. 12, come modificato dall'articolo 2, comma 29, della legge 25 luglio 2005, n. 150. (Dichiarazioni di voto)
Camera dei Deputati, 19/1/2010
Resoconto stenografico dell'Assemblea Seduta n. 268 di martedì 19 gennaio 2010 Svolgimento di interpellanze e di interrogazioni (ore 10,37). (Ricadute scientifiche, tecnologiche e industriali conseguenti alla decisione di riavviare il programma di costruzione di centrali nucleari in Italia - n. 2-00354) PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole La Malfa se intenda illustrare la sua interpellanza n. 2-00354, concernente ricadute scientifiche, tecnologiche e industriali conseguenti alla decisione di riavviare il programma di costruzione di centrali nucleari in Italia (vedi l'allegato A - Interpellanze e interrogazioni). GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, mi riservo di intervenire in sede di replica. Segue allegato
Camera dei Deputati, 14/12/2009
Intervento dell’on. Giorgio La Malfa, 10 dicembre 2009 Signor Presidente, i dati ufficiali che il Governo ha diffuso per quest’anno e per le previsioni dell’anno prossimo indicano che quest’anno il reddito nazionale italiano ha subito una flessione di quasi il 5 per cento, la disoccupazione è giunta all’8 per cento, c’è una crisi molto forte dell’industria manifatturiera del nostro Paese i cui ordini sono diminuiti del 25-30 per cento e le previsioni, anche le più ottimistiche, dicono che l’anno prossimo al massimo vi sarà una ripresa dello 0,7-1 per cento del reddito. Dunque c’è una crisi molto profonda, la più grave che l’Italia abbia conosciuto nel secondo dopoguerra (non c’è mai stata una condizione di questo genere), e vi è un prolungamento di questa crisi, mentre in altri Paesi già si vedono segni di ripresa. Questo è il dato di partenza, signor Presidente e onorevoli colleghi, nel quale si poneva la legge finanziaria e la politica economica del Governo. Onorevoli colleghi e signor Ministro dell’economia, occorreva una manovra forte ed incisiva che servisse ad accelerare la ripresa dell’economia italiana. Questa manovra forte e incisiva richiedeva una riduzione delle imposte, che del resto era nel programma di questo stesso Governo da molti anni, e richiedeva un aumento della spesa in conto capitale della pubblica amministrazione. Non c’è nulla di tutto questo e la ragione di ciò ci viene detta dal Governo, ovvero che la condizione dei conti pubblici non lo consente. Quindi, si mantengono in equilibrio i conti pubblici, ma non si fa quello che è indispensabile se si vuole dare al Paese una speranza di sviluppo. Ecco perché, signor Presidente, questa politica finanziaria che è ritratta nei disegni di legge finanziaria e di bilancio è la dimostrazione di uno spirito rinunciatario del Governo. Si tratta di una rinuncia a fare ciò che esso ha il dovere di fare e ha anche gli strumenti per farlo, per aiutare la ripresa del nostro Paese. Questa politica poteva essere fatta senza aumentare il fabbisogno, però sarebbe stato necessario, signor Presidente, onorevoli colleghi, ridurre la spesa pubblica corrente con coraggio e intervenire. Per far questo non accuso certo il Ministro dell’economia e delle finanze, ma il Governo nel suo complesso, perché il Ministro dell’economia e delle finanze non può che eseguire una politica di Governo e se il Governo rinuncia alla politica economica il Ministro dell’economia e delle finanze è condannato a seguirlo. Ringrazio l’onorevole Marinello per avermi dato il tempo di leggere il comunicato secondo cui la spesa in conto capitale nei prossimi tre anni scenderà dal 3,5 per cento del PIL al 2,5 per cento. Questo è il futuro che si prepara per il nostro Paese e per questo motivo il disegno di legge finanziaria non può avere un giudizio positivo
Camera dei Deputati, 2/10/2009
Intervento di Giorgio La Malfa in Dichiarazione di Voto finale su:Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 3 agosto 2009, n. 103, recante disposizioni correttive del decreto-legge anticrisi n. 78 del 2009".